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I burattini che riguardano l’intera carriera artistica di Maria Signorelli sono diverse centinaia di personaggi, costruiti dagli anni ’40 agli anni ’90 per 159 allestimenti diversi:

    50 sono gli spettacoli di danza; 78 sono gli spettacoli di fiabe, filastrocche e film per ragazzi;   31 sono gli spettacoli con testi classici, moderni e filmati.

 

Per quanto attiene alla tipologia dei burattini, è difficile definirli, perché l’artista li costruiva 

a seconda delle loro esigenze, cioè del movimento e della funzione che essi dovevano avere in scena. 

Così alcuni burattini di danza sono a bastone, perché questo lasciava loro le gambe libere di eseguire ronds de jambe e altre figure accademiche. Altri personaggi, come le Principesse delle fiabe o gli animali, sono a guanto, perché il burattino di questo tipo ha una grande espressività: può inchinarsi, abbracciare un amico, sdraiarsi e dormire, tutte azioni ricorrenti in certe narrazioni. 

 

In altri personaggi  si combina la struttura a guanto con quella a bastone: ad esempio la Pianista di Allegro con brio può muovere il busto liberamente (grazie al bastone) e muovere le dita sui tasti contemporaneamente. Un burattino come questo è agito da cinque persone, perché il crescendo della musica viene visualizzato aumentando il numero delle mani, fino ad arrivare ad otto.  

Altri burattini, che servivano per il cosiddetto “teatro nero” si muovono posteriormente grazie a cinque stecche fissate alla testa e agli arti, e sono manovrati da tre persone, proprio come nel teatro Bunraku. 

Nel “teatro da tavolo” i personaggi sono come birilli, che l’attore-burattinaio muove sul tavolo, manovrandoli in modo molto semplice. 

 

Maria Signorelli ha inventato soluzioni geniali per visualizzare, ad esempio, l’apertura della bocca di un cantante lirico: facendo scorrere un tubo di cartone (su cui è dipinta un’ugola molto lunga) all’interno di un altro, otteneva che la bocca si chiudesse e si allargasse in modo grottesco. Per far muovere gli occhi, ha appeso talora  bottoni o   piccole sfere colorate a degli spilli, di modo che fosse  lo stesso movimento a farli oscillare espressivamente. Per costruire i capelli, ad esempio della Cenerentola (Prokof’ev), usò pagliette di metallo dorate e argentate  di uso casalingo, che sotto le sue mani si     trasformavano in torreggianti e boccolute parrucche.  

 

I  burattini di M. Signorelli si basavano su tecniche di costruzione inventive ma elementari: 

per questo si affidava, piuttosto che a  congegni meccanici, alla magia specifica di certi materiali e ad uno studio rigoroso della percezione visiva, che le permetteva poi, grazie a elementi di un certo tipo o disposti in un modo particolare, di ottenere effetti per ottenere  i quali altri burattinai invece utilizzavano strutture interne, come bastoni, manovelle, fili o altro.   A tal fine ha usato materiali che poteva creare o manipolare lei stessa, come la cartapesta o le stoffe, mentre non ha prediletto il polistirolo, la gommapiuma, la pasta di legno o elementi che opponevano una maggiore resistenza alla sua creatività. 

I burattini di M. Signorelli vanno da un minimo di  cm. 50 di altezza al metro ed anche al metro e mezzo. 

La diffusione della televisione la portò negli ultimi anni a levigare, rispetto a prima, le sue creature , perché i primi piani toglievano espressività alle deformazioni che avevano a lungo caratterizzato il suo stile.

     Le immagini